Parlare di comunità del paese di Villorba non significa solamente presentare un lungo elenco di famiglie, industrie e territorio che la rappresentano, ma di tutto il contesto storico e sociale che hanno caratterizzato questa parte di terra veneta che si colloca a nord della Marca Gioiosa. Da poco tempo Villorba è città e la comunità che attualmente vi è insediata risponde ai canoni di aggregazione sociale legati a valori di interdipendenza comuni a tutti gli altri centri urbani cittadini. Le problematiche che vi si riscontrano sono dello stesso ordine del proprio capoluogo variando solo per dimensioni e specificità.
Sotto il profilo storico il nostro territorio fu interessato, in un lontano passato, da infiltrazioni celtiche risalenti al periodo preromanico. Queste antiche comunità vi furono attirate per l’abbondanza di selvaggina, la fertilità della sua terra ed i numerosi corsi d’acqua presenti nel territorio. Ancora oggi toponimi di chiara derivazione territoriale, che caratterizzano zone collegabili alle singole frazioni del nostro comune, richiamano la presenza di fonti e di risorgive (“Fontane Bianche” a Lancenigo e “Due Acque” a San Sisto).
Il processo di romanizzazione del territorio di Villorba fu successivo alla realizzazione delle antiche e note arterie della via Postumia e della via Claudia Augusta Albinate determinanti nel processo di colonizzazione ed urbanizzazione di questo tratto di area veneta. E’ stato possibile dimostrare che i centri abitati raccolti attorno alle chiese parrocchiali dei nostri paesi siano sorti a ridosso delle linee centuriati ed in prossimità di importanti arterie stradali. La Comunità di Villorba, da antichi documenti esistenti presso archivi della Curia di Treviso, sembra risalga al secolo tredicesimo in base anche alle note lasciateci dallo storico Agnoletto. Sono tutte notizie di usi, costumi e di ordine storico che si potrebbero anche ricavare dai numerosi registri parrocchiali che riportano avvenimenti di tipo religioso e civile del paese di Villorba.
Da diversi secoli, per opportunità logistiche, la nostra comunità religiosa è stata scomposta in diversi colmelli denominati: Chiesa, Borgo Furo, Tre Ponti, Castrette alte e basse, Venturali e zona Campagna. La gente di questi luoghi, fino a fine anni ’40 del secolo appena trascorso, conobbe povertà, miseria, fame ed una vita dura fatta di tanto lavoro e poco cibo vivendo una quotidianità accompagnata da una profonda religiosità. Tali aspetti molto comuni nella storia delle popolazioni del passato risaltano e ricordano le numerose manifestazioni di impegno religioso che si crearono nel tempo. Esse sono rappresentate dalle congregazioni e scuole che hanno costituito l’asse culturale, di formazione cristiana, dei singoli territori. Anzi le confraternite che raggruppavano talvolta numeri cospicui di residenti impegnati spiritualmente, ci hanno lasciato in eredità un vero e proprio registro storico di notizie ed informazioni di vita comunitaria. Ricordiamo, tanto per citare degli esempi, quella del S. Rosario (1581), del Carmine (1639), ed altre ancora.
In tempi più recenti, per interessamento del parroco don Giovanni Pettenò (1927-1937) ci fu l’istituzione di una “Schola Cantorum” secondo anche le indicazioni e le direttive dell’allora Vescovo di Treviso mons. Giacinto Longhin. La promozione di tale istituzione nasceva per l’apprendimento dei canti liturgici della scuola ceciliana della diocesi. La scuola di canto villorbese, nata attorno agli anni trenta del passato secolo, aveva raggiunto già allora il ragguardevole numero di 40 unità tra adulti e bambini. I suoi livelli di prestigio più significativi furono raggiunti sotto la direzione dei due benemeriti maestri don Mario Zanatta ed Egidio Martin. Su iniziativa del cappellano don Bruno Trento (1947-1951) venne costituita negli anni ’50 la banda musicale parrocchiale di Villorba con 45 elementi agli inizi, assumendo il nome di “Banda Musicale di S. Sebastiano”.
Altre concrete manifestazioni di impegno religioso e sociale, presenti a tutt’oggi fino da un lontano passato, sono rintracciabili nei numerosi capitelli sparsi in tutto il territorio del paese lungo le vie a maggior traffico, ai crocicchi viari ed a ridosso di limiti territoriali. Anche le case signorili di epoca rinascimentale, sorte nelle campagne di Villorba come case padronali frutto dell’espansione territoriale della serenissima Venezia, hanno custodito per secoli dei magnifici Oratori (chiesette), di esclusiva appartenenza dei loro proprietari e giunti fino a noi ancora in ottimo stato di conservazione.
Agli inizi del secolo appena trascorso fu edificata, opera della generosità dei fedeli, la chiesetta cimiteriale e, più recentemente, l’asilo infantile istituito dal parroco don Giovanni Pettenò nel 1929. Esso si componeva di un unico ambiente a più usi di sufficiente capienza idoneo, alternativamente, per dottrina, asilo ed attività ricreativa. In seguito l’opera subì dei rifacimenti, con lavori di ampliamento della stessa, trasformandola in sala polivalente ed adeguandola alle nuove esigenze di carattere pastorale adibendola anche a “sala cinema parrocchiale”. In tal modo la comunità villorbese potè usufruire di spettacoli cinematrografici e teatrali tanto al coperto che all’aperto potendo usufruire, già dal 1949, di una sala proiezioni ricavata sul retro della stessa (sala cinema).
Anche la nuova chiesa rientra tra le opere religiose di questa comunità. Venne edificata, in breve spazio di tempo, negli anni ’50 del passato secolo sotto la direzione dell’allora parroco don Giuseppe Bagaglio e su progetto dell’arch. Luigi Candiani di Treviso. Tutti i lavori vennero eseguiti in economia da operai del paese che prestarono la loro opera gratuitamente. La chiesa in stile romanico moderno sorse in aderenza alla preesistente, demolita durante l’esecuzione dei lavori e della quale si recuperarono due pregevoli altari in marmo bianco ed una pala, raffigurante i Santi Patroni, attribuita a Palma il giovane.
Recentemente venne edificato, con il solo sostegno della popolazione e grazie alla decisa determinazione dell’attuale parroco don Emilio Vidotto, il nuovo oratorio, uno spazioso edificio per le attività didattiche riferite al catechismo giovanile, della sala giochi, sale per riunioni ed una sede funzionale per le attività dell’associazione del “NOI” sezione di Villorba.
Attualmente la comunità paesana si compone degli eredi dei vecchi residenti che lavoravano le terre di questa parte della campagna trevigiana e delle tante famiglie di immigrazione sia da realtà di paesi confinanti che di altre nazionalità. Possiamo ben concludere che il fenomeno della globalizzazione, senza accorgersene, è arrivato anche a Villorba.